Ho rotto il telaietto posteriore della mia Kawasaki ZZR 1100, in pratica quello dove viene fissato il maniglione posteriore utilizzato dal passeggero per aggrapparsi. L’ho riparato utilizzando il metallo liquido a freddo WEKEM, una colla metallo.
Ho provato, in un primo momento, a saldare il telaietto con una saldatura ad elettrodo rivestito, ma dopo qualche mese la saldatura si è nuovamente spaccata di netto. Mi hanno consigliato di fare una saldatura a filo o a tig o a mig, ma in tutti i casi questo tipo di intervento risulta essere molto costoso. Ho quindi scelto di acquistare il metallo liquido WEKEM.
Mi sono assicurato che le due superfici da incollare fossero pulite e prive di sporco e grasso, le ho pulite con della benzina che avevo in garage. Successivamente ho provveduto a carteggiare entrambe le parti in modo da preparare le superfici per il metallo liquido. Quindi ho pulito nuovamente e ho cominciato la lavorazione vera e propria. Ho premuto le due siringhe solidali tra loro e con una spatola ho mescolato i due componenti con un rapporto di 1:1 fino a quando il composto non ha assunto un colore omogeneo.
Ho applicato, sempre con una spatola, la mescola su entrambe le parti da incollare e ho atteso un quarto d’ora per fare asciugare completamente il composto. Una volta indurito, questo metallo liquido si comporta come un vero e proprio metallo. Ho quindi nuovamente carteggiato in modo da dagli una forma quanto più cilindrica ed uguale ai tubi che ho incollato, poi sono passato a verniciare con la bomboletta in quanto il prodotto è di colore grigio scuro, mentre il telaietto della mia Kawasaki ZZR 1100 è nero.
Questo composto è resistente all’acqua e non arrugginisce, ma la caratteristica migliore che io abbia notato è che non si espande e non si ritira durante i processi di lavorazione, di applicazione e di successivo indurimento.
Il metallo liquido WEKEM può essere smerigliato, carteggiato e verniciato. Dopo l’uso sulla mia moto l’ho chiuso e riutilizzato dopo una settimana per riparare la ringhiera di casa consumandolo tutto.
Inviatoci da Nicola Guardavaccaro – Bari
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